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Un anno di Business Design (i migliori articoli del 2019 di Beople)

Idee dal 2019 per prepararsi al 2020

Il 2019 di Beople è stato un anno intenso, avvincente, ricco di novità, grandi traguardi, grandi esperienze. Oltre al lavoro con i nostri clienti, è stato anche l’anno del lancio ufficiale della Business Design Academy, della pubblicazione di due libri fondamentali, da noi curati, come la nuova versione di Creare Modelli di Business e Testare le idee di business, di un progetto di business design da noi condotto e supervisionato in Colombia.

È stato anche un anno fondamentale per definire ancor di più le basi epistemologiche del Business Design. Abbiamo condotto una survey su oltre 500 practionner del Business Model Canvas, rilevando le principali difficoltà e sfide, e dai risultati abbiamo cercato di fornire risposte, metodi e strumenti.

È stato insomma un anno anche molto ricco di idee, molte delle quali pubblicate su questo blog.

Per concludere l’anno, abbiamo pensato di raccogliere gli articoli più letti e presentarli in un’unica pagina. Una sorta di segnalibro per ricordare di portare queste idee anche nell’anno che verrà.

8 idee apparse nel 2019 su Beople.it

Innovazione efficiente: ottimizzare o radicalizzare?

Il tema oggi non è più tanto legato alla creatività, quanto al saper cogliere e selezionare l’opportunità nella moltitudine delle idee già generate e mai sviluppate.

In un’era dove tutto è possibile, questo tutto finisce per diventare niente se non siamo capaci di interpretare la complessità, selezionare le opzioni e scegliere tecnologie e metodi per progettare e realizzare le idee. Ma quale idea? Come selezionare quella giusta nello spettro delle possibilità? E soprattutto: esiste quella giusta?

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 Perché acquistiamo e vendiamo la formazione sbagliata?

Negli anni ‘90 circa 30 studenti di storia dell’arte vennero sottoposti ad un esperimento. Ciò che gli si chiedeva era selezionare e organizzare una composizione di natura morta. Alcuni di loro impiegarono relativamente poco tempo per creare una composizione, altri indugiarono molto di più, toccando ogni frutto e maneggiandolo attentamente per poi scegliere soltanto dopo lungo tempo.

Il risultato diede ragione ai secondi che riuscirono a creare opere molto più creative e piacevoli rispetto al primo gruppo. La cosa interessante fu però tracciare “le vite” dei partecipanti all’esperimento. Dieci anni dopo emerse che: la maggior parte delle persone del primo gruppo aveva abbandonato l’arte, la maggior parte del secondo gruppo erano diventati artisti professionisti.

L’esperimento sopra sintetizzato è ben noto ed è dovuto al lavoro di Jacob Getzels e Mihaly Csikszentmihalyi. La conclusione serve ancora oggi per delineare due approcci, utili e funzionali anche in termini di business: risolvere i problemi, ricercare e fare emergere problemi per trovare quello giusto da risolvere.

Qual è allora il problema? Un’eccessiva enfasi della nostra società nella risoluzione dei problemi.

Sembriamo tutti comportarci e tutti sedotti dall’intramontabile figura di Harvey Keitel in Pulp Fiction: smoking nero, occhiali da sole, stretta di mano decisa e soprattutto la sua inconfondibile frase “Sono il signor Wolf. Risolvo problemi”. Quello che bisognerebbe chiedersi con più frequenza è: “quelli giusti?”

La formazione giusta per il problema sbagliato è semplicemente una formazione sbagliata!

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Le personas devono creare problemi: sei indizi per scoprire se sono inefficaci.

La sfida non è creare personas sorridenti, ma personas da far sorridere.
Nicolò è un architetto di 32 anni. Decisamente un tipo di bell’aspetto, la sua vita si divide tra Milano e Parigi dove ha un pied-à-terre che gli permette di dar sfogo al suo carattere dinamico e cosmopolita. È un appassionato di arte moderna e di innovazione tecnologica e fin da quando ha intrapreso la sua professione si è focalizzato sul successo personale e sull’arricchimento culturale, alimentati anche da una grande passione per i viaggi.

Tra l’inaugurazione di una mostra e uno spostamento in business class, Nicolò trova comunque il tempo di interessarsi di politica sia nazionale che estera, argomenti che gli servono per intrattenere gli amici quando, a sera, si concede un meritato aperitivo in un locale esclusivo di Milano. Sempre che non sia impegnato a praticare sport o nel realizzare fotografie per la sua prossima esposizione.

Quanti Nicolò hai conosciuto nella tua vita? Probabilmente nessuno.

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MVP: l’innovazione deve essere rapida ma la velocità è un grosso problema

L’ultimo decennio, specie nel mercato italiano, è stato caratterizzato da cambiamenti, equivoci, sopravvalutazione e sottovalutazione. Mentre tutti eravamo impegnati a notare l’avanzata dei mercati asiatici, gli aggressivi competitor cinesi, l’impatto dell’euro, il vero fattore nuovo è la tecnologia e la velocità che ha dato ai nuovi sistemi e al mercato.

È un mondo complesso, con regole molto complesse e diverse.

Ciò che serve per creare prodotti e servizi che funzionano, efficaci, o aiutare un’impresa a vincere sul mercato, è innanzitutto la giusta dose di buon senso. Il buon senso dice che “Non mi interessa che sia veloce, mi interessa che funzioni”.

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Perché e come abbiamo ridisegnato Beople.it (insieme a 60 nostri clienti)

Quando lavoriamo con i nostri clienti, cerchiamo sempre di parlare in termini di opportunità e non di problemi. Questo significa approcciarsi al proprio business ascoltando il mercato, i propri clienti, trovare nuovi modi per innovare senza aspettare che farlo sia una questione di sopravvivenza.

Durante l’estate è toccato a noi farlo: abbiamo ridisegnato interamente la nostra presenza digitale, e lo abbiamo fatto anche se, dopotutto, non vi erano apparenti necessità impellenti o se, come si dice di solito, “funzionava tutto bene”.

Oggi vogliamo condividere i motivi che ci hanno spinto a farlo, come abbiamo lavorato per arrivare sin qui, quali altre sfide ci aspettano. Speriamo che questo “dietro le quinte” possa essere utile per aziende e organizzazioni che si trovano in una situazione simile o per i nostri utenti che potranno avere un quadro più chiaro del cambiamento e della nuova offerta in termini di contenuti.

Feedback e innovazione ma con i giusti tempi: come approcciamo l’innovazione di Beople, in Beople.

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Come viene utilizzato il Business Model Canvas in Italia (risultati da una survey di oltre 500 utilizzatori)

Oggi si stima che nel mondo sia utilizzato da oltre 5 milioni di professionisti, manager, innovatori. E in Italia? Quale è la situazione? Quale l’impatto? Quali le criticità?

Come Beople, abbiamo da molti anni fatto del Business Model Canvas un punto fermo nell’innovazione, e ci siamo sentiti in dovere di provare a rispondere a queste domande. Abbiamo dunque lanciato una survey rivolta agli utilizzatori del BMC – sono state raccolte oltre 500 risposte.

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Tre consigli per le imprese che intendono crescere: non pensare al prodotto, non puntare sulla tecnologia, non cercare l’innovazione.

Analizzando l’ultimo ventennio di storia economica e imprenditoriale, nel mondo così come in Italia, uno snodo centrale lo si può trovare nel fallimento dell’idea di puntare tutto sul prodotto. In una società con informazioni sempre perfettamente disponibili, globale, veloce e digitale, il punto focale si è ormai trasferito nelle esperienze. Esperienze che non sono da intendersi come fantasmagoriche situazioni offerte al cliente (per intenderci: niente di fantascientifico ed esotico!). Per esperienze bisogna intendere più realisticamente il modo in cui il valore viene creato, diffuso e percepito; il modo in cui il cliente viene o non viene messo al centro di un’idea imprenditoriale.

Per averne la prova basti pensare a quella che viene definita “disruption”, termine usato più per impressionare che calato nella realtà di tutti i giorni. Le imprese che vincono il mercato, creando fratture e problemi a storici operatori di questo o quel settore, definite anche come aziende “insurgent” sono tutte caratterizzate da una rispondenza altissima a quelli che sono problemi e desideri dei clienti; intesi sia come oggetto (prodotto) ma soprattutto in termini di modo di utilizzo (modello di business).

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Babbo Natale, modelli di business e small data

Una logistica da urlo, una proposta di valore intramontabile, veri fan e co-creazione con i suoi clienti. Esiste un modello di business più BUONO di quello di Babbo Natale?

Lo abbiamo analizzato nel dettaglio e ci siamo fatti dare anche qualche interessante consiglio di business.

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E per il 2020?

Il 2020 di Beople sarà ricco di novità.

Tantissimi gli spunti ricevuti in questo 2019 e sui quali stiamo già da tempo lavorando.

Qualche anticipazione? Un nuovo programma di accelerazione, diffuso su tutto il territorio per aiutare le PMI a innovare i propri modelli di business, un'offerta dell'Academy ancora più completa e orientata alla sperimentazione e alla pratica, le nuove Prototyping Card per facilitare l'innovazione.

Raccontaci i tuoi obiettivi per il 2020 in modo da avvisarti prima di tutti e accedere ai nuovi percorsi a condizioni speciali.

Prenditi un minuto per rispondere a qualche domanda.

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